Recentemente ho riflettuto spesso sul concetto ormai abbondantemente usato e abusato di CONTENT IS KING!
L’idea alla base è apprezzabile e dovrebbe aiutare a rendere il web migliore: creare contenuti unici e originali, interessanti, scritti correttamente, ecc… ecc…. E’ così partita, ormai da un po’, la corsa ai contenuti. Si! Perché se si vuole saltare all’occhio di Google, scalare le serp e avere un’audience bisogna scrivere, scrivere e scrivere!!
Questo a mio avviso non ha però prodotto un effetto molto positivo, perché ci ha spinti ad una sorta di congestione del web, alla creazione di contenuti-spazzatura, non nel senso di duplicati o scritti male, ma ridondanti, senza appeal e scritti solo perché richiesti da Google.
Ho letto recentemente un articolo su una rivista americana che addirittura consigliava la tecnica del “frullatore“, ovvero di non affannarsi a trovare sempre contenuti nuovi e inediti ma sfruttare la stessa notizia per riproporla in forma e modi diversi, così con un’informazione unica si può creare un articolo per il blog aziendale, aggiornare i social network, magari farci anche dell’article marketing.
Risultato? Riempire il web di contenuti, intasare tutti i canali a disposizione con la stessa notizia frullata, rimestata e modificata. Alzi la mano chi si ricorda della Markov Chain… e soprattutto chi crede che forse ci siamo ridotti ad essere dei generatori automatici di contenuti unici ed originali.
E se domani Google ci dicesse che sono importanti solo le foto? cosa faremmo? Abbandoneremmo i contenuti per diventare dei provetti fotografi? Forse il punto di riflessione non è tanto su Content is King, quanto su GOOGLE IS EMPEROR!
E tu cosa ne pensi?